Tedua e la sua Divina Commedia: un viaggio tra inferno e purgatorio

Un ritorno atteso

Il 2 Giugno, il rapper genovese Tedua ha rilasciato il suo ultimo lavoro, “La Divina Commedia”, a cinque anni di distanza dal suo predecessore “Mowgli”. Questo album rappresenta un viaggio nella consapevolezza artistica di Mario Molinari, noto come Tedua. Dopo cinque anni dal suo ultimo album ufficiale, il rapper ha fatto il suo ritorno, tra i più attesi nel panorama rap italiano.

La Divina Commedia e l’innovazione musicale

“La Divina Commedia”, nel suo primo atto che introduce l’inferno e il purgatorio, è stata anticipata da alcuni lavori, pochi, relegati negli ultimi tre anni. Il 2021 ha visto la pubblicazione su YouTube di un medley di sette brani, che confluiscono in “Don’t Panic”: un richiamo al tema dell’inferno, alle ambientazioni alle liriche, ma anche al disagio pandemico che alberga e alla prossimità di un progetto che non sarà tale.

La guida alle canzoni del nuovo album di Tedua

Andiamo a scoprire quindi, com’è stato il viaggio di Tedua nel nuovo progetto. Qui la guida alle canzoni de “La Divina Commedia”.

Intro La Divina Commedia

Il brano, prodotto da Chris Nolan, rappresenta una timeline in cui il rapper genovese ha tentato di raccontare le tappe di una nuova consapevolezza.

Paradiso Artificiale

Una delle rivelazioni del disco, sia per la produzione che per le metriche utilizzate dagli interpreti. Ritroviamo Kid Yugi e Baby Gang, due delle personalità più interessanti della nuova scena rap, che cercano di raccontare il disagio delle strade, milanesi e non solo.

Malamente

Malamente non rappresenta altro che la parte 2 di “Sangue Misto”, brano contenuto nel precedente progetto. Tra le tracce più radiofoniche dell’album, Malamente riprende alcuni dei temi del brano.

Angelo all’inferno

Dopo esser caduto dal paradiso, la figura di Tedua/Lucifero racconta le belve dell’inferno, dalla luce tetra al bullismo subito sin da piccolo.

Mancanze affettive

Arriva Geolier con uno dei brani più melodici del disco, accompagnato da piano e archi. Mancanze affettive cerca di tradurre in immagini l’assenza di figure di riferimento all’interno della vita dell’autore.

Red Light

Siano nel girone dei lussuriosi e l’accattivante descrizione di un tira e molla sessuale diventa il nuovo abito di Tedua.

Volgare

C’era bisogno di lasciare l’inferno con un brano che risultasse pulito, quasi lontano dalla tracklist, ma in grado di riuscire a far cantare il pubblico. E in questo momento, chi oltre Lazza potrebbe rendere melodico un pezzo urban del calibro di Volgare?

Scala di Milano

Scala di Milano è il pontetra Genova e Milano, ma anche un tributo agli anni 2000 del rap italiano, soprattutto ai liricisti come Guè, Jake La Furia, Kaos, Marracash, Dargen D’Amico, Esa e Mistaman.

Diluvio a luglio

Diluvio a Luglio rappresenta la parte 2 di “Ombrello per la pace”, contenuto in “Orange Country”, il suo disco d’esordio. Per l’occasione, Tedua ha invitato Marracash sulla traccia per raccontare la consapevolezza del genio.

Anime Libere

Dopo aver scoperto “La Verità” è il momento di tornare a casa, alla propria famiglia. E chi se non Bresh e Rkomi – convinti da lui a salire a Milano da Genova – con cui ha convissuto prima nel quartiere Calvairate e poi nel confinante Taliedo-Mecenate.

Lo-Fi For U

Un brano che ha anticipato l’uscita del disco, con un ritmo che cattura l’ascoltatore e lo trascina nel mondo di Tedua.

Bagagli (Improvvisazione)

Siamo arrivati all’episodio più intimo de “La Divina Commedia”. Il racconto più fragile del cantante genovese, che sottolinea gli ultimi anni, soprattutto quelli pandemici, che gli avevano procurato un blocco nella scrittura.

Outro Purgatorio

C’è poco da raccontare perché il flusso di coscienza di Tedua, un James Joyce moderno a cui gli alberi pandemici hanno bloccato il fiume in piena dei suoi pensieri, è così vero da essere tagliente.

“La Divina Commedia” di Tedua è un viaggio nell’inferno personale del rapper, un viaggio di consapevolezza e di scoperta di sé stesso. Un album che ha il diritto di essere prima rispettato, e poi aspettato.

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